L’Italia custodisce tesori nascosti che sfuggono alle rotte turistiche più conosciute, e uno di questi si trova in una regione del Sud.
Si tratta di un’opera antica che ha attraversato secoli di storia rimanendo ancora utilizzabile, una caratteristica piuttosto rara. Mentre molti monumenti del passato sono ormai solo da ammirare, questa struttura continua a svolgere la sua funzione originaria.
La sua esistenza testimonia le capacità degli antichi costruttori nel realizzare opere durature. Pochi ne conoscono l’esistenza, eppure rappresenta un esempio significativo di ingegneria storica.
Il Ponte di Annibale, situato tra i comuni calabresi di Scigliano e Altilia, rappresenta il ponte più antico d’Europa ancora aperto al passaggio e risale al secondo secolo avanti Cristo. Questa straordinaria opera attraversa il fiume Savuto con un’eleganza strutturale che ha resistito a oltre venti secoli di intemperie, eventi sismici e piene devastanti. Costruito interamente in pietra calcarea locale, il ponte si estende per circa dieci metri di lunghezza con una larghezza inferiore ai quattro metri, dimensioni che testimoniano la sua funzione originaria di collegamento strategico piuttosto che di grande arteria commerciale.
La caratteristica più impressionante è il suo arco unico ribassato, formato da conci perfettamente squadrati e assemblati con una precisione che farebbe onore anche ai costruttori moderni. Questa soluzione architettonica non era solo esteticamente raffinata, ma soprattutto funzionale: la forma dell’arco distribuisce il peso in modo ottimale, scaricando le forze sulle sponde rocciose e garantendo una stabilità eccezionale.
I romani avevano compreso principi di statica che sono ancora oggi alla base dell’ingegneria civile. La robustezza della struttura ha permesso al ponte di sopravvivere a guerre, terremoti calabresi di notevole intensità e innumerevoli alluvioni che hanno modificato il corso del fiume Savuto nel corso dei millenni.
La tradizione popolare lega questo ponte al celebre condottiero cartaginese Annibale Barca, da cui prende il nome, che secondo la leggenda lo avrebbe attraversato con il suo esercito durante la Seconda guerra punica nel suo epico viaggio attraverso l’Italia. Sebbene le prove storiche di questo passaggio siano dibattute tra gli studiosi, la suggestione rimane forte e aggiunge fascino a un’opera già di per sé straordinaria. Ciò che rende davvero unico questo ponte non è solo la sua veneranda età, ma il fatto che continui a essere parte integrante della vita delle comunità locali.
A differenza di innumerevoli reperti archeologici che sono diventati musei a cielo aperto o rovine interdette al pubblico, il Ponte di Annibale è ancora percorribile e utilizzato quotidianamente da residenti, agricoltori e visitatori curiosi. Camminare su quelle pietre significa letteralmente seguire le orme di generazioni che per oltre duemila anni hanno attraversato lo stesso punto: soldati romani in marcia, mercanti medievali con le loro carovane, pellegrini diretti verso mete sacre, e oggi contadini che raggiungono i propri terreni.
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