Una catena di messaggi ha iniziato a circolare con grande rapidità su Facebook e successivamente su altre piattaforme social. Il testo, scritto con toni allarmistici, invitava gli amministratori dei gruppi WhatsApp ad attivare una fantomatica funzione di “privacy avanzata”. Secondo quanto affermava il messaggio, tale impostazione sarebbe stata necessaria per impedire a un’intelligenza artificiale non meglio identificata di “accedere legalmente” a tutte le conversazioni di gruppo e perfino alle chat private 1 a 1.
Il post, condiviso migliaia di volte, sosteneva inoltre che questi presunti sistemi di IA avrebbero potuto leggere i messaggi, raccogliere i numeri di telefono degli iscritti e perfino ottenere informazioni personali contenute nei dispositivi mobili. Tutto ciò, ovviamente, ha generato confusione e preoccupazione tra molti utenti, portando diversi di loro a credere che WhatsApp stesse per introdurre nuove e poco trasparenti politiche di accesso ai dati.
La notizia si è diffusa così rapidamente che il sito di fact-checking Facta ha deciso di indagare, smentendo in modo chiaro e documentato la notizia. Gli esperti hanno spiegato che non esiste alcuna funzione di “privacy avanzata” da attivare e che la catena rappresenta un tipico esempio di disinformazione virale costruita per suscitare paura e generare condivisioni.
In realtà, le affermazioni secondo cui un’intelligenza artificiale potrebbe leggere le conversazioni degli utenti sono del tutto infondate. Dal 2014, WhatsApp ha iniziato a introdurre il sistema di crittografia end-to-end, che dal 2016 è attivo per ogni chat, gruppo o chiamata.
Questa tecnologia assicura che solo il mittente e il destinatario possano leggere i messaggi scambiati. Nemmeno Meta, l’azienda proprietaria dell’app, può accedere al contenuto delle conversazioni, né tanto meno può farlo un sistema di IA esterno.
In sintesi, non esiste alcun rischio che un’intelligenza artificiale legga i messaggi di WhatsApp e non serve attivare alcuna impostazione aggiuntiva per garantire la privacy. La protezione è già integrata nella piattaforma. Diffidare da messaggi virali e verificare sempre le informazioni rimane il modo migliore per evitare di cadere vittima di nuove bufale digitali.
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