Continui a conservare degli indumenti anche se non li indossi mai? Ecco cosa vuol dire secondo gli psicologi.
Quante volte, aprendo l’armadio, ti rendi conto di avere dei capi di abbigliamento che non indossi mai? Eppure, nonostante questo, continui a lasciarli lì ad ogni cambio di stagione, senza buttarli via, senza regalarli o venderli nelle app di vendita dell’usato (per ricavarci qualcosa).

Spesso si fa questo perché c’è un legame affettivo con quel capo, ci ricorda qualcosa o magari ce l’ha regalato qualcuno. Ma in realtà, conservare degli indumenti nell’armadio che non indossiamo mai ha un significato molto più profondo di questo e l’hanno svelato gli psicologi.
Cosa vuol dire conservare degli indumenti che non indossiamo mai?
La psicologia tende ad analizzare perché abbiamo determinati comportamenti o abitudini: questo serve per rivelare qualcosa in più di noi stessi, ciò che non sappiamo e che può essere utile per crescere e migliorare e per instaurare anche dei rapporti più solidi e sani con gli altri.

In questo caso, è stata analizzata l’abitudine di continuare a conservare degli indumenti che non si indossano mai. La psicologa britannica Emma Kenny ha spiegato che gli oggetti materiali (anche i vestiti) possono diventare contenitori di emozioni e ricordi. Un abito indossato in un momento felice o importante conserva un valore simbolico e quindi buttarlo via vorrebbe dire anche perdere la parte di vita che rappresenta.
Per questo motivo, molte persone preferiscono tenere un capo che ricorda qualcosa di felice, anche se non lo indosseranno più. Secondo Kenny ciò serve al cervello per mantenere vivo un legame con il passato tuttavia, può anche diventare una forma di resistenza al cambiamento.
Secondo la psicologia del comportamento, poi, conservare ciò che è superfluo può generare una falsa sensazione di controllo. Il disordine rappresenta caos ma anche senso di protezione, ma apparente; al contrario, lasciare andare gli abiti inutilizzati vuol dire accettare che certe fasi della vita si siano concluse. E, anche se può risultare doloroso farlo, è indispensabile superare una certa fase del passato (anche buttando via quell’indumento), se impedisce di vivere pienamente nel presente.
Per fare questo, gli psicologi consigliano di riordinare gli armadi periodicamente distinguendo fra ciò che si usa davvero e ciò che è inutilizzato da anni. Una regola può essere quella di liberarsi di un capo che non è stato indossato per oltre 12 mesi. Meglio tenere solo gli abiti che evocano sensazioni positive, evitando quelli associati a momenti dolorosi o superati perché, quando l’ambiente è caotico, la mente riceve molti stimoli e fatica a mantenere la calma.
Al contrario, un armadio ordinato contribuisce a un senso di equilibrio interiore. Anche se conservare gli indumenti che non si indossano mai può sembrare un dettaglio innocuo, in realtà racconta molto del nostro modo di vivere le emozioni e di affrontare il cambiamento. Attaccarci a degli oggetti materiali, ci impedisce di crescere. Di conseguenza, ogni volta che doniamo un capo, stiamo compiendo un passo verso la libertà interiore, accettando che il passato sia passato.