Come rispondere correttamente a una società di recupero crediti che ti invia una PEC o una raccomandata, evitando errori comuni?
Ricevere una raccomandata o una PEC da una società di recupero crediti è un’esperienza che può generare ansia e incertezza. Spesso, infatti, ci si trova di fronte a comunicazioni dal tono formale o persino intimidatorio, nelle quali si richiede il pagamento di somme di denaro che non sempre si ricordano.
In questi momenti è fondamentale mantenere la calma e agire con consapevolezza, perché una risposta frettolosa o formulata in modo errato può avere conseguenze giuridiche sfavorevoli. Molti cittadini, spaventati da termini come messa in mora o azione legale imminente, tendono a pagare senza verificare la legittimità della richiesta. Altri, al contrario, scelgono di ignorare la comunicazione, credendo che il silenzio basti a far cadere la pretesa. Entrambi gli atteggiamenti, però, possono rivelarsi sbagliati. La soluzione più corretta è rispondere formalmente, ma con prudenza, chiedendo prove documentali e chiarimenti precisi sulla natura del debito.
Quando si riceve una comunicazione da una società di recupero crediti, è importante rispondere in modo chiaro, educato ma deciso. La prima cosa da fare è non riconoscere subito il debito, soprattutto se non si è certi della sua provenienza o della legittimità della richiesta. Anche la pagina Instagram @avvocato_castellano fornisce un prezioso contributo su questo tema, con contenuti che spiegano in modo semplice e preciso come gestire le comunicazioni provenienti dalle società di recupero crediti.
Nella lettera è opportuno iniziare con una formula formale “Spettabile [nome della società]”. Nel corpo della lettera bisogna specificare che non si riconosce la titolarità del credito preteso. Questo significa dichiarare che non si è certi che la società che scrive sia effettivamente autorizzata a richiedere quella somma o che il debito sia realmente dovuto. È quindi corretto scrivere, in modo semplice ma preciso: “Non riconosco la titolarità del credito da voi preteso e vi invito a fornire idonea prova della vostra legittimazione e dell’esistenza del credito, qualora ne siate in possesso.”
Dopo questa premessa, si deve chiedere alla società di fornire la documentazione completa. È utile domandare non solo la prova del credito. Ma anche il dettaglio dell’importo richiesto, specificando le singole voci (capitale, interessi, eventuali spese o penali). A questo punto è importante citare l’articolo 119 del Testo Unico Bancario (TUB), che riconosce al cliente il diritto di ottenere, a proprie spese e entro 90 giorni, copia della documentazione relativa alle operazioni bancarie degli ultimi dieci anni. Inserire questo riferimento rafforza la richiesta e dimostra conoscenza dei propri diritti.
Infine, nella parte conclusiva della lettera, è corretto aggiungere una contestazione della prescrizione del credito, qualora il debito risalga a molto tempo fa. Si può scrivere, ad esempio: “In quanto e se occorra, contesto la prescrizione del credito richiestomi, con invito a fornirmi elementi dai quali possa desumersi l’interruzione della stessa.”
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